Il seguente articolo è tratto dal numero 1 della rivista cartacea Keiko - Bedroom Comics Criticism: clicca qui per accedere all’indice completo del numero.
Illustrazione in apertura di Vittoria Margheri (versione completa in coda all’articolo).
Nel 2006 l’editorialista e docente Maki Fukasawa sul sito Nikkei Business Online usa e in quel momento conia il termine Soshukei danshi, che può essere tradotto in “uomo erbivoro”. «They are indifferent toward desires of the flesh». Questa definizione, che ancora non aveva connotazione negativa, serviva a classificare e incasellare una nuova tipologia di maschilità che stava prendendo piede sempre di più tra i giapponesi di nuova generazione. Le sue caratteristiche fondamentali non sono univoche e cambiano sfumatura tra un’interpretazione e l’altra,1 ma se volessimo gettare le basi per una definizione che ne racchiuda l’essenziale, potremmo sicuramente ascrivervi uno scarso interesse verso una relazione stabile che porti poi al matrimonio e una generale passività verso la ricerca del sesso, inteso unicamente come atto sessuale. Anche se inizialmente queste connotazioni rimangono vaghe, con una posizione che potremmo definire neutrale sul piano etico e morale, dal 2008 si ha una vera analisi sociologica del fenomeno Herbivore men con la ripresa del termine in uno studio di Masahiro Morioka.2 Difatti, la definizione offerta dal filosofo è più ampia rispetto alla prima versione del 2006: «…kind and gentle men who, without being bound by manliness, do not pursue romantic relationships voraciously and have no aptitude for being hurt or hurting others». La seconda definizione (quella a noi più cara perché sarà quella ripresa dalle testate giornalistiche) contempla non solo le questioni sociali della vicenda, ma anche alcune caratteristiche comportamentali in situazioni emotivo-relazionali che saranno utili per comprendere il fenomeno e la risposta dura dei media giapponesi. Attraverso la lente dei gender studies e il caso degli Herbivore men andremo ad analizzare i protagonisti maschili (Legoshi e Louis) del manga Beastars di Paru Itagaki, pubblicato su Shōnen Champion (2016-2020). Utilizzando il manga come caso di studio, andremo a constatare come l’utilizzo di questo epiteto sia permeato da un costante giudizio culturale che si intreccia inequivocabilmente con il concetto stesso di maschilità e, di conseguenza, con la contrapposizione tra la maschilità egemonica e quella subordinata, rintracciando i legami che questo tema intreccia con le classi sociali che compongono il paese.
È doveroso fare due premesse. Per quanto mi è stato possibile, ho cercato di implementare nella bibliografia di ricerca quanti più testi che andassero a parlare nello specifico della maschilità intesa da un punto di vista nipponico.3 Anche se qualcuno potrebbe farmi notare che in un mondo globalizzato le differenze siano sempre più sfumate, ciò non toglie che un sostrato culturale differente porti a delle riflessioni differenti. Uno dei libri fondamentali per questo scritto è però Maschilità. Identità e trasformazione del maschio occidentale di R.W. Connell4 al cui interno, come fa espressamente notare il titolo del saggio, la visione critica e i corpi visionati sono tutti occidentali. Ritengo comunque queste teorie espandibili anche ai corpi maschili nipponici in questa fattispecie, con le dovute accortezze. La seconda premessa è di tipo terminologico. L’utilizzo di vocaboli come “erbivoro” e “carnivoro” soprattutto utilizzati su un’opera come Beastars possono portare a vari momenti di confusione. L’utilizzo che si farà di questi termini sarà sempre con un rimando diretto a quello utilizzato all’interno della teoria degli Herbivore men nel contesto dei gender studies se non specificato appositamente il contrario.
Maschilità a confronto: un lupo erbivero e un cervo carnivoro?
Beastars è un manga shonen abitato da animali antropomorfi, suddivisi in due macro-gruppi: carnivori ed erbivori, qui intesi in riferimento alla loro alimentazione. Per far sì che in questo mondo tutti gli animali possano convivere pacificamente, ai carnivori è vietato mangiare carne di alcun tipo, e qualsiasi infrazione è altamente stigmatizzata, nonché severamente punita. La città (della quale non viene mai rivelato il nome) dove Legoshi e i suoi compagni vivono rispecchia in tutto e per tutto una normale metropoli contemporanea. Le poche informazioni di contesto e le figure istituzionali che ritornano nel manga (il preside, il sindaco, i poliziotti, ecc.) rimandano alla struttura della società odierna. In alcune interviste5 la stessa autrice ci rivela che ha cominciato a scrivere Beastars perchè «…At any point in time there’s always been discrimination and prejudices in human society» e lei sentiva il bisogno che questi problemi non venissero ignorati, ma raccontati attraverso un’opera di ampio respiro. L’unica eccezione giuridica, specifica dell’universo narrativo del manga, è quella del Beastar, una figura che si erge al di sopra della popolazione e che serve a tracciare una guida morale che avvicini «i carnivori agli erbivori».6 Per far sì che ci sia un ricambio continuo di questa guida, ogni istituto del paese deve ciclicamente proporre il nome di un alunno meritevole di assurgere un giorno al grado di Beastar, così da poter far progredire la società verso un futuro migliore in cui le disuguaglianze vanno assottigliandosi. In uno di questi istituti, il Cherrynton, si svolgono principalmente le vicende del manga. Sarebbe semplice cadere nella tentazione di applicare la dicotomia carnivoro/erbivoro in modo allegorico alla nostra società, cercando similitudini sul rapporto tra generei (uomo/donna) o su forme di mascolinità (egemonico/subordinato). Vari tentativi di rintracciare i temi di Beastars sono già stati proposti,7 cercando di trovare una chiave che possa racchiudere tutto il manga in un concetto, ma con risultati parziali. Quello che faremo qui, come già anticipato in precedenza, sarà andare a interpretare le azioni e i comportamenti dei due coprotagonisti maschili, Legoshi e Louis, e come questi siano stati influenzati dalla società di stampo egemonico attraverso preconcetti storicizzati che si rifanno ovviamente al nostro mondo.
Nel caso specifico di Legoshi, ci riferiamo a un lupo grigio adolescente. Rispetto ai suoi compagni di stanza canidi ha un fisico più grande e più slanciato: un corpo che nel corso della serie cambierà più volte, accrescendo la disparità di fisico tra lui e gli altri. Caratterialmente Legoshi è tutto l’opposto di ciò che la sua apparenza ci mostra. È un ragazzo introverso, schivo, che cerca in tutti i modi di non farsi notare (con alterne fortune), anche nel corso di teatro a cui lui e Louis fanno parte. Legoshi partecipa al gruppo degli attrezzisti addetti alla costruzione delle scenografie e al posizionamento delle luci. Per sua stessa ammissione non ha mai pensato di salire sul palco.8 Inoltre, non ha avuto rapporti né duraturi né occasionali di alcun tipo e non è alla ricerca di una relazione sentimentale. Difatti, l’incontro con Haru, la coniglietta bianca coprotagonista femminile del manga, si sviluppa in due momenti molto esemplificativi della mascolinità di Legoshi. Il primo contatto costituisce l’episodio scatenante di tutta la serie, ovvero l’aggressione di Legoshi proprio ai danni di Haru: un gesto brusco e violento che si conclude solo nel momento in cui il lupo trattiene i suoi istinti e si allontana, senza che lei conservi memoria del suo volto. Il secondo snodo è rappresentato dal loro primo incontro ufficiale sul tetto della scuola, dove la coniglietta tiene in vita il club di giardinaggio. Proprio da quest’ultimo incontro si comprende perché Legoshi sia il perfetto stereotipo dell’uomo erbivoro. La loro prima conversazione si conclude con Haru che, fraintendendo il comportamento del lupo, si comincia a spogliare pensando che lui, come altri suoi compagni di istituto, siano andati da lei per avere un rapporto sessuale. La reazione di Legoshi nello scusarsi e andarsene imbarazzato rimane fissa nella mente di Haru. Il gesto che colpisce di più la ragazza è il fatto che Legoshi le metta istintivamente una coperta addosso per coprirla. Seguendo anche la Tab. 1 creata da Morioka9 possiamo vedere come Legoshi ricada nello stereotipo classico dell’herbivore man. Tuttavia, qui mi si potrà far notare che vi sono alcuni punti, in particolare il terzo dell’elenco (not bound by manliness), cui Legoshi aderisce solo parzialmente. Se è pur vero che in tutto il suo percorso non ha alcun intento aggressivo verso alcuna ragazza, non si può dire lo stesso per altre caratteristiche della mascolinità erbivora, come il rifuggire dai combattimenti o ancor meno la mancata aderenza alle caratteristiche fisiche conformi alla maschilità egemone. E già qui cominciamo a trovare le prime crepe di questa classificazione tra uomini “erbivori” e “carnivori”, perché sia la definizione di Fukasawa sia quella di Morioka tendono a convergere verso una schematizzazione parziale dell’identità maschile, ignorando o delegittimando la mutevole dimensione cultura le e sociale in cui si sviluppa.
Lo stesso Morioka cerca di arginare questo rischio proponendo una seconda tabella, dove codifica otto possibili incroci tra caratteristiche erbivore e carnivore. Legoshi rifletterebbe la casistica dell’«inexperience herbivore man», ovvero un uomo inesperto con l’altro sesso. Altra collocazione avrebbe invece il cervo rosso Louis, che ricadrebbe nella «experienced internally herbivore, externally carnivore-type man». Difatti, Louis viene presentato come la stella del gruppo di teatro del Cherrynton, nonché lo studente che più di tutti si avvicina al titolo di Beastar. Il volto che mostra ai suoi compagni di scuola è quello di un ragazzo sicuro dei suoi mezzi e della direzione che deve prendere la sua vita. Tuttavia, in più di un’occasione vediamo all’interno del manga un ragazzo che fatica a esternare i propri sentimenti sia con amici sia con le ragazze che si approcciano a lui. Per far ciò, Paru Itagaki utilizza a volte un escamotage grafico molto particolare: il Louis “carnivoro” (per la definizione qui proposta) è impassibile e continua la conversazione con il suo interlocutore, mentre il Louis “erbivoro” esprime internamente i suoi veri pensieri, alle spalle del Louis carnivoro, su uno sfondo nero. Sembra quasi che la stessa Itagaki, con l’avanzare del manga, voglia rendere sempre più esplicita questa frattura in Louis andandola poi a giustificare attraverso la figura ingom- brante del padre Ogma e del suo passato.
È interessante notare come Morioka fossilizzi la sua visione del termine intorno al solo elemento sessuale e amoroso, suggerendo in modo implicito che la maschilità si definisca attraverso il rapporto con la femminilità – una riflessione che tende a lasciare ai margini espressioni sessuali non eteronormative e continuando a ragionare in ottica dicotomica.
Fino a qui ci siamo affidati alle ricerche di Morioka, che è stato colui che ha ripreso, ampliato e poi dato risalto al termine all’interno del panorama filosofico giapponese. Tuttavia, un’analisi di Beastars che parta dalle limitanti tabelle di Morioka per approdare agli studi di R. W. Conell ci consente di avere un’idea più chiara. In breve, Connell teorizza che le questioni di genere, e quindi anche la maschilità, si «strutturano dell’agire sociale»10 e che di conseguenza non influenzano solo questioni private, ma anche e soprattutto quelle pubbliche. Ogni corpo in quanto agente sociale può riprodurre un determinato paradigma che si rifà a una specifica configurazione di genere. Questa considerazione ci è utile per comprendere i comportamenti sia di Louis sia di Legoshi. Per quanto riguarda il cervo rosso, sembra essere molto chiaro fin da subito che ogni sua azione sia direzionata verso l’obiettivo di adempiere al suo compito (lui stesso in più punti del manga parla in questi termini) di futuro CEO dell’azienda di famiglia, con la possibilità, inoltre, di diventare un papabile Beastar. Ciò non toglie che, rimanendo pur sempre un adolescente, il personaggio fatichi più volte a conformarsi a ciò che la maschilità egemonica nel mondo di Beastars ha deciso per lui. Seguendo i suggerimenti teorici di Connell, Louis ricadrebbe nella categorizzazione della “maschilità complice”, in quanto persona che, pur non aderendo ai parametri della maschilità egemonica, continua comunque a ricercala, finendo per alimentarla e legittimarla.
Il caso di Legoshi è leggermente più complesso. Il lupo, sempre per sua scelta, tenta a tutti i costi di categorizzarsi nella maschilità subordinata. Come si intuisce da più passaggi del manga e anche attraverso alcuni flashback, Legoshi ha contezza della sua natura da carnivoro (qui inteso proprio come “chi si ciba di carne”), del suo fisico e della sua forza e, proprio alla luce di ciò, fa di tutto per reprimerla. Cerca di non mostrare mai le zanne quando sta parlando con un erbivoro (anche qui inteso con “chi non si ciba di carne”), si taglia ripetutamente le unghie delle zampe per non mostrarsi minaccioso e cerca di passare più tempo possibile inosservato, tanto da risultare quasi invisibile per i suoi compagni. Il meccanismo è uguale, ma inverso, a quello che mette in atto Louis. Laddove il cervo cerca di dimostrare e di apparire, Legoshi rinuncia e scompare. Sa bene di avere delle caratteristiche che socialmente ricadono nella maschilità egemone del suo mondo, ma è consapevole della loro doppia valenza: i carnivori sono ammirati per la loro forza, ma ugualmente temuti dagli erbivori per la loro pericolosità. Ci troviamo davanti a due adolescenti che per classe sociale e per background privato sono agli antipodi. Tuttavia, entrambi condividono questa enorme pressione da parte della società: il confronto impietoso con i parametri della mascolinità egemonica.
C’è foresta e foresta. Classi sociali a confronto
In un passaggio fondamentale del suo saggio, Connell suggerisce che «…Il genere si troverà per forza di cose ad interagire con altre strutture sociali, quali appunto le classi sociali.»11 Partendo da questo assunto, analizziamo più nel profondo ciò che ha portato Legoshi e Louis ad aderire a una specifica idea di maschilità. Il passato di Louis assume una rilevanza cruciale nelle scelte che prende all’interno della storia. Nato e cresciuto nel mercato clandestino, un luogo ai margini della società dove i carnivori possono cibarsi di carne animale, Louis viene salvato da Ogma, il suo padre adottivo che, non potendo avere figli, lo sceglie come suo erede. Il rito di passaggio è violento e brutale: Ogma spinge il bambino in mezzo a un gruppo di carnivori, finché il giovanissimo cervo, piuttosto che farsi mangiare, in un moto di orgoglio tenta di uccidersi con un coltello. Questo gesto lascia emergere i valori in cui crede il suo futuro padre, che qui fa le veci della maschilità egemone: autorità e leadership, controllo delle emozioni, autonomia e indipendenza sono le caratteristiche che deve avere un maschio nella società contemporanea per considerarsi tale. Louis farà suoi questi dettami, sino a quando l’incontro con Haru e con Legoshi non li farà incrinare. Proprio a causa di questa mentalità, durante i primi contatti con Legoshi ci sono sempre delle provocazioni o delle battute volte a schernire il lupo grigio, il quale a sua volta evita di reagire. Per Louis, che a fatica e dopo molte rinunce si trova a occupare la posizione voluta dal padre e dalla società, vedere Legoshi possedere delle doti innate come l’aggressività, la forza dirompente della sua specie, e anche un particolare controllo nella repressione delle emozioni e della sua vera natura, lo portano a invidiare e a detestare il lupo, che placidamente rimane in una situazione costante di subordinazione autoimposta.
L’indole di Legoshi invece nasce tra le mure di casa. Figlio di una lupa grigia di nome Leano e di un lupo grigio di nome Miyagi (che non conoscerà mai essendo lui il risultato di un incontro fugace), cresce da solo con la madre e con il nonno Gosha. Quest’ultimo non è un altro lupo grigio, bensì un drago di Komodo. Infatti, Leano è la figlia di un drago di Komodo e di una lupa, ciò rende Legoshi per ¼ un drago di Komodo a sua volta. Se per il piccolo lupo questo non vuol dire molto, non si può dire lo stesso della madre: con l’avanzare dell’età comincia a perdere pelo per far spazio a delle brillanti squame da rettile. Nel mondo di Beastars, le relazioni interraziali sono mal viste, relegate al massimo a un momento di svago durante l’adolescenza, ma poi crescendo si dovrebbe trovare un partner della propria razza. Leano, non potendo sopportare di farsi vedere coperta di squame, si chiude in camera sua senza uscirne mai più. Legoshi più volte ricorda il buco nella porta della madre, dalla quale lei di tanto in tanto lo accarezzava, ma passa la maggior parte della sua infanzia con Gosha. La reazione di Leano ha un fondamento sociale importante: anche se i rettili sono carnivori e potenzialmente ben visti, non lo è altrettanto la loro velenosità. Nel mondo di Beastars non è raro incorrere in scene di razzismo, con posti riservati in fondo ai locali per loro. Di conseguenza, Legoshi cresce con un uomo marginalizzato,12 che ha dovuto sempre sottostare alle regole della cultura egemonica per il proprio quieto vivere e soprattutto per quello del nipote.
Le ricadute sociali (di classe oltre che di genere) sono evidenti anche nelle connotazioni assunte dal termine herbivore man con la popolarizzazione del concetto, a partire dal 2008. Difatti i media ripresero il termine togliendogli l’accezione positiva che Fukasawa e Morioka cercarono di dargli, andando invece ad attribuire a questa nuova categoria le responsabilità di diverse problematiche economiche e sociali. Atsuyo Oyama13 della Stony Brook University parla di una sovraesposizione degli uomini erbivori nel panorama pubblico come di un tentativo di cercare di andare a innescare un cambiamento nella visione nazionale della mascolinità. Come spesso accade, questo ha portato anche a numerose critiche da parte di chi identifica in questo slittamento di valori una perdita di qualità fondamentali per la popolazione nipponica. Questa tesi è avvalorata ancor di più se si pensa a quanti governi si sono succeduti nel corso degli ultimi venti anni con la necessità di invertire il trend della natalità nazionale. I governi giapponesi ne sono ossessionati perché il tasso tende a scendere anno dopo anno peggiorando sempre più.
I governi di Shinzo Abe, e anche quelli più recenti diretti dai primi ministri Kishiba14 e Ishida15 hanno dovuto pensare a degli incentivi di natura economica per far rialzare la natalità. Ciò che non sembra mai passare a chi di dovere è che la mancata creazione di un nucleo familiare non può dipendere da una semplice agevolazione una tantum, difatti alcuni intervistate dicono apertamente che queste misure sono insufficienti e che solo un aumento dei salari e di una riduzione del gender pay gap potrebbe risolvere una situazione che non sembra trovare soluzione, almeno ragionando con i modelli culturali che ristabilirebbero e rinforzerebbero una determinata egemonia maschile e culturale tramite norme di genere ormai superate. Sia nel mondo fittizio di Beastars sia nel mondo a noi più familiare possiamo constatare come la cultura egemone si basi e prenda forma proprio dal tipo di maschilità egemone che viene scelta e che viene considerata norma. Qualsiasi tipo di deragliamento da suddetta norma viene immediatamente definito altro, ma allo stesso tempo inglobato per far si che la cultura egemonica giovi da questo confronto sbilanciato senza mai trovare (volutamente) un equilibrio che la metterebbe pericolosamente in discussione.
Conclusione
In risposta allo studio del 2013 di Morioka, lo storico Maekawa Naoya si mostra critica sotto vari aspetti, ma quello su cui batte maggiormente è quello della disparità di genere, adducendo come motivazione che il pensiero riguardo gli Herbivore men rimane ancorato alla visione binaria di maschile-non maschile e che questo tipo di distinzione non aiuta il discorso femminista,16 visto che non c’è alcuna sicurezza che gli uomini erbivori, pur apparentemente liberandosi dai ruoli di genere imposti dall’alto, non possano poi cadere in altri stereotipi di genere. Anche la sociologa Kumiko Endo17 rincara la dose ricordando come l’allontanarsi dalle norme culturali imposte dall’interpretazione dei ruoli di genere non impedisca alle persone di ricercare le stesse norme nel proprio partner, rendendo gli apparenti cambiamenti meno incisivi sul lungo periodo. Arrivati a questo punto, pare evidente che la classificazione degli Herbivore men utilizzata sia come bandiera di un ipotetico empowering maschile, come sostenuto da Morioka, sia come disgregazione dei valori tradizioni da parte dei media conservatori giapponesi, non dia alcun frutto. La complessità delle diverse e mutevoli sfaccettature della maschilità, tanto su un piano personale, conuna tensione verso le possibili esternazioni del maschile, quanto su un piano sociale, non possono essere ridotte a un insieme di tratti caratteriali predefiniti o a delle classificazioni statiche. È bene nuovamente ricordare il principio alla base del lavoro di Connell18: «Una teoria della maschilità degna di essere presa in considerazione deve poter rendere conto di questi processi di trasformazione». Attraverso le loro disavventure, Louis e Legoshi ci insegnano che, affinché possa nascere una nuova e rinnovata maschilità, in grado forse di esulare dal conflitto egemonico/subordinato, si debba cominciare innanzitutto ad abbattere il binarismo che sembra fondante in molti campi della nostra società odierna.
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Bibliografia
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Note
-
Morioka M., A Phenomenological Study of “Herbivore Men”, The Reivew of Life Studies Vol. 4 (Settembre 2013), 1-20. ↩︎
-
ibidem. ↩︎
-
Cook E.E., Masculinity Studies in Japan, in Jennifer Coates, Lucy Fraser and Mark Pendleton (eds.), Routledge Companion to Gender and Japanese Culture, London and New York: Routledge. Pp. 50-59 ↩︎
-
Connell R.W., Maschilità. Identità e trasformazione del maschio occidentale, Milano: Feltrinelli. ↩︎
-
https://beastars.fandom.com/wiki/Interviews#Hall_of_manga_Barcelona_(Spain). ↩︎
-
Itagaki P., vol.7 Beastars, Modena: Panini-Planet Manga, pag.11. ↩︎
-
ExhibitionOtaku, (2021, 1 luglio), Beastars, or the Troubling World of Allegory, https://otakuexhibition.wordpress.com/2021/07/01/beastars-or-the-troubling-world-of-allegory/. ↩︎
-
Itagaki P., vol. 2 Beastars, Modena: Panini-Planet Manga, pag. 59. ↩︎
-
Morioka M., (2013), A Phenomenological Study of “Herbivore Men”, The Reivew of Life Studies Vol. 4, 1-20. ↩︎
-
Connell R.W., (1996), Maschilità. Identità e trasformazione del maschio occidentale, Milano: Feltrinelli, pag. 63. ↩︎
-
Connell R.W., (1996), Maschilità. Identità e trasformazione del maschio occidentale, Milano: Feltrinelli, pag. 66. ↩︎
-
Affrontare qui questo problema ci porterebbe lontani dal discorso principale che stiamo cercando di sostenere, ma Connell specifica che la marginalizzazione Parlare del fatto che la marginalizzazione non si riferisce sempre all’asse egemonico- subordinata, ma può avvenire anche tra gruppi di persone parimenti subordinate. Per approfondire Connell (1996). ↩︎
-
Wu K., (2019, 22 Aprile) Rise of Herbivore Men, https://sbpress.com/2019/04/herbivore-men/. ↩︎
-
Giardini A., (2023, 30 Agosto), Il Giappone ha un problema con le nascite, https://www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a43243688/giappone-nascite/. ↩︎
-
Di Donfrancesco G., (2024, 27 febbraio), Giappone: nascite ai minimi e crisi dei matrimoni, https://www.ilsole24ore.com/art/giappone-calo-record-nascite-e-cri-si-matrimoni-AFEaI9rC. ↩︎
-
Maekawa Naoya (2020, 16 Gennaio), What can ‘herbivore men’ do to take a steptoward gender equality?, Gendai Business. ↩︎
-
Kumiko Endo (2018), Singlehood in ‘precarious Japan’: examining new gender tropes and inter-gender communication in a culture of uncertainty, Japan Press. ↩︎
-
Connell R.W., Maschilità. Identità e trasformazione del maschio occidentale, Milano: Feltrinelli, pag. 72. ↩︎